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Public Health

Newsletter Salute-UE n. 219 — In primo piano

L’unica preoccupazione a proposito della protezione solare è... se ti sei ricordato di metterla!

a cura di Qasim Chaudhry, presidente del comitato scientifico della sicurezza dei consumatori (CSSC), e di Ulrike Bernauer del CSSC, presidente del gruppo di lavoro sui nanomateriali nei prodotti cosmetici.

Proteggere la pelle dal sole è il modo più efficace di ridurre il rischio di cancro della pelle. Tuttavia, da alcuni anni si parla del rischio dell’uso di creme solari e del loro mancato utilizzo, a causa delle preoccupazioni per la sicurezza a proposito di alcuni ingredienti per la protezione solare - in particolare i nuovi ingredienti di dimensioni nanometriche, che sono materiali estremamente piccoli.

I nanomateriali usati come ingredienti cosmetici possono svolgere varie funzioni, ad es. essere utilizzati come filtri UV (ad es. il biossido di titanio o l’ossido di zinco), come pigmenti (ad es. il nerofumo) o come agenti antimicrobici. L’uso di nanomateriali nei prodotti cosmetici in Europa è disciplinato dal regolamento (CE) n. 1223/2009 sui prodotti cosmetici, che prevede che il comitato scientifico della sicurezza dei consumatori (CSSC) 1) valuti e fornisca pareri scientifici sulla sicurezza dell’impiego di nanomateriali nei prodotti cosmetici, 2) fornisca orientamenti, in cooperazione con gli organi competenti, sulle metodologie per i test di requisiti in materia di dati che tengano conto delle caratteristiche specifiche dei nanomateriali. Il CSSC valuta gli ingredienti cosmetici, compresi i nanomateriali, per verificare se sono innocui per uso umano, mentre altre questioni di sicurezza (ad esempio in materia di ambiente) sono trattate da altri organismi di regolamentazione.

Nel 2013 il CSSC ha pubblicato un parere in cui dichiara che l’uso del biossido di titanio (nano) fino a una concentrazione del 25% come filtro UV nei prodotti solari da applicare sulla pelle è sicuro in caso di utilizzo sulla pelle sana, intatta o scottata dai raggi solari (SCCS/1516/13). Tuttavia, quando la superficie di un nanomateriale è modificata con altri ingredienti, può determinare un cambiamento delle caratteristiche del materiale e, di conseguenza, si possono formare numerose varianti di un nanomateriale. Nel caso del biossido di titanio (nano) utilizzato per le creme solari, il CSSC ha concluso che anche le varianti derivante dalla modifica della superficie possono essere considerate sicure. Il CSSC ha pubblicato di recente un altro parere (SCCS/1580/16) in cui valuta se il biossido di titanio (nano) rivestito di altri materiali possa essere considerato sicuro per l’impiego come filtro UV nei prodotti cosmetici da applicare sulla pelle. Il parere giunge alla conclusione che anche l’uso di nanomateriali di biossido di titanio rivestiti di quantità specifiche di tre altri materiali di rivestimento potrebbe essere considerato sicuro per l’impiego nei prodotti cosmetici destinati all’applicazione sulla pelle sana, intatta o scottata dai raggi solari. Questa conclusione si basa essenzialmente su studi sulla penetrazione dermica che hanno dimostrato che tali nanomateriali non hanno permeato la pelle e non sono entrati nell’organismo.

Il CSSC rivede costantemente i propri pareri in base alla pubblicazione di nuovi dati scientifici. Attualmente sta procedendo al riesame del documento orientativo sulla valutazione della sicurezza dei nanomateriali nei cosmetici (SCCS/1484/12) per tenere conto dei progressi scientifici nel settore delle nanotecnologie e dei nuovi metodi di verifica disponibili.

Mentre il CSSC affronta questi problemi, i consumatori possono essere certi che i nanomateriali nei prodotti cosmetici in Europa sono già sottoposti alla valutazione di sicurezza più rigorosa al mondo. Pertanto, non preoccuparti dell’uso delle creme solari, preoccupati solo di usarle! Usare la protezione solare è uno dei 12 modi di ridurre il rischio di cancro elencati nel Codice europeo contro il cancro!

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Finora nessun rischio per la salute attenua il futuro radioso delle lampade LED

Probabilmente stai leggendo queste righe sullo schermo di un computer, di un tablet o di un cellulare che utilizza diodi a emissione di luce (LED), e probabilmente ogni giorno vedi varie applicazioni a LED - per l’illuminazione da interni ed esterni, su veicoli, nella segnaletica stradale, nelle decorazioni. Siccome i LED consumano poca energia, durano a lungo, sono compatti e la superficie esterna non si riscalda, sono sempre più usati. È per questo che la Commissione europea ha chiesto al comitato scientifico per la salute, l’ambiente e i rischi emergenti (CSSARE) di determinare se questo tipo di illuminazione potrebbe comportare eventuali rischi per la salute umana.

I dispositivi LED emettono radiazioni ottiche che non attraversano l’organismo ma che potrebbero danneggiare gli occhi e la pelle a seconda di molte variabili, come la durata dell’esposizione, la lunghezza d’onda e l’intensità della luce. Gli studi dimostrano tuttavia che la radianza degli schermi LED di televisori, computer portatili, telefoni cellulari, tablet e giocattoli è inferiore al 10% della quantità massima entro i limiti di sicurezza stabiliti per proteggere la retina da possibili danni. Ciò significa che non rappresentano un rischio per gli occhi in normali condizioni d’uso.

In realtà, l'esposizione tipica alle radiazioni ottiche da LED è probabilmente trascurabile rispetto a quella prodotta dal sole. Anche altri tipi di illuminazione emettono radiazioni ottiche che fanno parte dello spettro elettromagnetico.

Gli anziani possono vedere riflessi ed effetti di luce fantasma o sfarfallio quando guardano un dispositivo LED, mentre i bambini potrebbero trovare abbaglianti le luci LED, ma il CSSARE ha concluso che non vi sono prove che il grande pubblico sia a rischio di effetti avversi per la salute quando le luci LED sono utilizzate in condizioni normali. Tuttavia, occorre approfondire la ricerca, in particolare sugli effetti dell’esposizione prolungata a basse dosi. E poiché l’uso della tecnologia LED è ancora in evoluzione, il CSSARE auspica un monitoraggio costante delle luci LED e di qualsiasi rischio sanitario che potrebbero costituire per il pubblico in generale.

Leggi il parere definitivo del CSSARE, pubblicato di recente, in merito alla sicurezza dei LED, o scopri i punti principali senza dover leggere tutta la documentazione scientifica e le spiegazioni consultando la sintesi del parere e la scheda informativa, entrambi disponibili anche online.

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