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Public Health

6. Studi sull'uso di lettini solari

Non si tratta di un problema nuovo: già nel 2006 il comitato scientifico dei prodotti di consumo aveva emesso un parere sugli effetti biologici dei raggi ultravioletti (UVR) provenienti dai lettini solari. In quell'occasione era stato affermato che usare i dispositivi abbronzanti UVR avrebbe aumentato il rischio di sviluppare un melanoma maligno della pelle e probabilmente anche il melanoma oculare. Era stato raccomandato che i giovani al di sotto dei 18 anni evitassero di usare lettini solari.
Qualche anno dopo, nel 2009, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) aveva classificato l'uso di apparecchi abbronzanti che emettono raggi UV come cancerogeno per l'uomo.
Alla luce delle nuove prove scientifiche, la Commissione europea ha chiesto al comitato scientifico per la salute, l'ambiente e i rischi emergenti (SCHEER) di aggiornare il precedente parere su questo argomento.

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6. Studi sull'uso di lettini solari

6.1 Quali tipi di studi sono stati condotti sui lettini solari?

I rischi sanitari associati all'uso dei lettini solari sono stati analizzati seguendo diversi approcci, come gli studi epidemiologici, quelli sperimentali sull'uomo e sugli animali e gli studi sulle colture cellulari.

Il parere aggiornato si rifà ampiamente alle informazioni fornite in documenti e rapporti pubblicati su giornali scientifici internazionali specializzati dal 2006 al 2015 (vedere l'allegato 1 del parere). Sono state utilizzate anche ulteriori fonti di informazioni, tra cui dati ricavati da siti web e da altri documenti del settore pubblico, ad esempio di enti e amministrazioni pubbliche e organizzazioni non governative (ONG).

La valutazione del rischio sanitario fornita dal parere esamina gli elementi di prova esistenti in diversi ambiti d'interesse (epidermide, occhi e sistema immunitario) e quindi li pondera per giungere ad una valutazione combinata.

6.2 Come vengono esattamente utilizzati questi studi e dati per realizzare una valutazione del rischio?

Dopo aver esaminato le prove provenienti dai vari ambiti di studio (pelle, occhi e sistema immunitario), il comitato SCHEER le pondera per elaborare una valutazione combinata. Tale valutazione esamina la presenza o meno di un rischio, vale a dire l'esistenza di una relazione causale tra l'esposizione e alcuni effetti nocivi per la salute. La risposta non è necessariamente un "sì" o "no" definitivo, ma può essere espressa come una ponderazione degli elementi che indicano l'esistenza di un rischio potenziale. Se tale rischio è ritenuto essere presente, la valutazione deve anche esaminare l'entità e la forma dell'effetto e della relazione dose-risposta e definire l'entità del rischio per diversi livelli e modelli di esposizione.

La ponderazione degli elementi di prova per un determinato risultato si basa su dati provenienti da studi sull'uomo e studi meccanicistici in vitro (prove primarie), nonché da studi sull'esposizione. Si tiene conto della qualità generale degli studi, nonché della loro pertinenza. La ponderazione degli elementi di prova considera anche se dagli studi emerge un nesso causale.

I criteri dettagliati utilizzati per valutare i documenti su cui si basa il parere e i criteri per il processo di ponderazione sono stati illustrai nel memorandum del 2012 del comitato SCENIHR.